Gira

Ti prego, lasciami perdere
Se per strada, in ufficio, all’università, al semaforo, incrociamo lo sguardo
E io per un attimo sento davvero di avere un contatto

Non c’è niente di vero, lo so bene, lo sappiamo entrambi
Che non c’è più niente che si possa ancora fare per riconoscerci tra simili
Lasciami perdere.
Amica mia, lasciami perdere.
Se mi ricordo tutto
Tutta la sincerità sprecata
Tutti i fondi di discorsi che ci siamo scolati senza venirne a capo
Le urla, oltre le mura della casa e quelle del suono,
Oltre la violenza, per stilettare la milza e piegarci, fino a sdraiarci per terra
Fino a schiumare bile

Sale un’ira che mi rende l’aria irrespirabile
Mi bruciano i polmoni e sento tuonarmi il petto
Di una tristezza che scende nel profondo di abissi
Siamo spietati con tutto ciò che è nostro
Servirebbe che mi restituissi quello che ho perso
Tutta l’autostima, il credersi capaci di qualcosa,
Non l’essere, ma il credersi, la capacità di aiutarsi da solo
E non solo girare, e girare, e girare, e girare
Senza andare da nessuna parte.

Che messaggio diamo,
Cosa scriviamo, perché non dovrei più farlo
cosa ci resta, amica mia,
Ora più che mai
Ora che mi sei più intima perché sei rimasta un’idea
L’ombra del sole, e non se ne va
Che resta in questa testa.
E gira, gira, GIRA!

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