Sveglia.

Troppo stanco per dormire, hai presente?
Ti metti a letto a leggere. Non ti viene sonno ma spegni la luce. E resti in attesa. Del nulla.

Mi assale un vuoto terribile, una sensazione di risucchio in me stesso.
Non ho nemmeno più un cielo, solo cemento bianco. Tingimelo d’azzurro lasciando qualche spazio e raccontami che sono nuvole. Non ti crederò. Perché oggi sono già morto almeno quattro volte per conto mio.

Siamo tutti lavandini da sgorgare. Ora è il momento in cui il mio lavabo e pieno d’acqua e prendo la ventosa per sturare. C’è da sporcarsi le mani, e non sarà piacevole.
Annaspo in me stesso, in tutti i miei gorgogli. Mi aspiro. Sigaretta umana.

Ho le palpebre che esplodono, che fanno male senza chiudersi. E’ una tortura, l’insonnia. Sapere che tra 4 ore sei di nuovo in piedi.
Vivere sempre mai del tutto sveglio e mai del tutto addormentato.

Fatti domande, fuggi le risposte. Consumo il tempo a velocità variabili e aspettando desideri diversi nei vari battiti. Io aspetto che mi manchino. Pum, e l’ultimo colpo è quello del corpo che cade.

Voglio lamentarmi dei problemi inutili ed essere forte per le vere difficoltà. Lo preferisco, piuttosto del contrario.
Mi accorgo di bruciare solo quando vedo il fumo uscire dalla mia testa.
Vorrei una malattia. E non cercare più di morire in modi socialmente accettati.
Farla finita e basta. Avere più coraggio di voi.

Suicidio non è fuga. E’ il suono della sveglia.
Sveglia.

Lascia un commento