Lampo Arcobaleno

Stavo posato su una panchina, sotto la pioggia di Aprile, oppure al Sole di un Autunno agonizzante. Che importa ricordare il tempo quando incontro te? Ti offenderesti davvero della mia disattenzione per il tuo smalto nuovo, se i miei occhi fossero troppo persi nel limbo dei tuoi?
A guardarti dubiterei della tua esistenza, se non fosse tra le tue mani viva la vibrazione della Creazione stessa. Passa sulla mia pelle, e in un brivido, intuisco il Principio. Tu Sei, e questo resta incomprensibile. Boreale. Non potrei dirlo con altrettanta certezza per Dio, che lui È. Tu gli sei quindi in ciò superiore? Addirittura, anche in questo? La perfezione visibile e materializzata nella solidità di ogni particella elementare che ti compone, rappresenta di per sé una sfida ad ogni artista che di penna, pennello o strumento si dice Maestro. Se tu non fossi Umana, saresti un Lampo Arcobaleno.
E seduto, o in piedi, ti vidi sul Mondo, che attorno a te girava opaco, invidioso, con la stizza di chi ammira la vetrina del Pasticcere dopo l’ora di chiusura. Io, vincolato a questa Terra, non potevo nulla con la mia Magia. Finiva ai piedi dell’indifferenza tuoi occhi di VetroMetallo Rovente.
Guardandoti soffrivo, ma in silenzio che per quanto potessi urlare comunque sarebbe stato sentito meno del granello di sabbia spostato nel deserto da un battito di Farfalla, e altrettanto insensato. Non sei Idea da bisbiglio o da grido, ma da Voce, priva di vergogna e solo per chi davvero vuole udirti. Il silenzio lo ottieni perché tutti vogliono sentirti.
Insensata sarebbe la tua Perfezione, se non potesse essere mia. Chi altro la coglierebbe con la mia consapevolezza? E chi dice che non la conosce o non esiste, o non ti conosce o non ha i miei occhi.
Io non riesco a passare nel vuoto dello sfondo in un Primo Piano, e non sopporterei la tua Vista senza il tuo Sguardo, e il tuo Sguardo senza la tua Attenzione, e la tua Attenzione senza l’Eternità, e l’Eternità senza il tuo Amore.
Non sarò in grado di accontentarmi, e in questo incespicherò morendo ogni giorno, malattia di sacra speranza e violento fastidio, come una preghiera ad occhi aperti davanti a una Croce mal fissa al muro.

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