Verona

Neanche l’ultima gioia stretta tra le mie fredde dita
riuscirete a strapparmi con i vostri lamenti
le vostre commiserazioni e la vostra culturetta.
Lo zampillare di paroloni e di opinioni precostituite
Troverà in queste orecchie
Un muro così solido
Che, per dio,
prosciugherà la vostra fonte di idiozie
senza che ne sia nata una sola foglia.

Non vi è vita nel cibo già masticato
e per questo Verona dovresti dolcemente
come dite voi?
Passare a miglior vita
In verità sarebbe semplicemente passare a Vita,
che nei confini cittadini questa parola non si è vista
non vi è fremito, né sguardo infuocato alcuno
passione, irradiazione, esplosione d’animo
Non vi è un dinamitardo o un bombarolo,
una scissione di atomi studenteschi che rimbombi
per Via Mazzini
qualcuno che viva di vita e di vita muoia.
“Quanti grammi?”, davvero è questa la domanda di sinistra più in voga?
Davvero a sbornie si ravviva l’aria irrespirabile?
Sì, eccome, da dietro a un computer leader di una rivolta silenziosa
Così silenziosa che è morta e non ce ne saremmo accorti se solo
non facesse così freddo.

Non basta. Non ci stiamo ponendo di cambiare il Mondo
ma di ritornare, al Mondo. E non basta, non basta porselo.
Cosa fai tu? Scambi monologhi per applausi
a rassegne che hanno per nome giochi di parole
per assordarci col tuo ego?
O apri un’associazione per il gioco intelligente,
perché te e i tuoi amici volete muovere pedine senza sentirvi in colpa
di non star facendo altro, che appunto, muover pedine?
Oppure certo, promuovi l’università, il tuo dipartimento
l’ateneo! Crea contatti con tutti, conosci più gente che puoi
vai in Erasmus, scappa dall’eco dell’abisso che risuona nel tuo cranio!
C’è chi con Mille amici ha fatto l’Italia, perché non allora avere diecimila conoscenti?
Magari ci facciamo una pagina Facebook.

E tu che stai qua? A scrivere? Che fai? Che cambi?
Appunto. Io sto qua.
Scrivo.
Faccio.
Cambio.

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